Il piccolo centro del Matese ha origini medievali; la sua nascita risale molto probabilmente ai primi decenni del dodicesimo secolo, quando il territorio viene occupato e dominato dai signori Mandolfus, provenienti dalla Germania che qui costruirono una roccaforte.
L'origine del nome viene scomposto proprio in "rocca", dal latino fortezza, costruita in genere in un luogo elevato, e "Mandolfi" dal nome della famiglia che dominò la rocca.
La rocca acquista ben presto un ruolo rilevante, anche dal punto di vista strategico, soprattutto per la difesa dell'accesso a questa parte del Matese.
Nel 1221, Federico II ne ordina la distruzione proprio per evitare una resistenza ad oltranza al suo potere.
L'ordine finale viene eseguito nel 1270 per volere di Carlo D'Angiò.
Le mura originarie del Castello erano tipicamente mura difensive, molto spesse, e protette da ben cinque torri, una delle quali decisamente più grande ed imponente delle altre.
La rampa di accesso, scavata direttamente nella roccia, immetteva in una sorta di atrio di cui oggi il piano terra è leggermente più alto rispetto a quello originale. Il piano di residenza dei nobili doveva essere molto confortevole ed ampio, così come gli spazi destinati al magazzino ed agli armigeri, che dovevano contenere riserve alimentari per un lungo periodo per la sopravvivenza della fortezza.
Ciò che rimane oggi dell'antica roccaforte è purtroppo poca cosa rispetto a quello che si poteva ammirare di una delle fortezze ritenute più sicure di tutto il territorio molisano.